[…] Siamo pupi, caro signor Federico! Lo spirito divino
entra in noi e si fa pupo. Pupo io, pupo voi, pupi tutti! E una volta che uno è
nato questa specie di pupo per volontà divina, uno s’avarria mettere ll’anema
in pace, e avvaria dicere: “Così sia!” – E invece, nossignore! Ognuno poi si fa
pupo per conto suo: quel pupo che può essere o che si crede di essere.
E allora accumenciano ‘e guaie! Perché ogni pupo, cara
signora, vuole portato il suo rispetto, non tanto per quello che dentro di sé
si crede, quanto per la parte che deve rappresentare fuori.
Da solo a solo, nessuno è contento della sua parte; ognuno
pigliarria ‘o pupo suo e ‘o sputasse ‘nfaccia. Ma dagli altri, no, dagli altri
lo vuole rispettato…
Eduardo De Filippo, Il berretto a sonagli
(versione in napoletano di
un’opera di Luigi Pirandello)
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