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sabato 26 aprile 2014

1 maggio 2013: la festa dei lavoratori nella terra dei disoccupati

di
Mario Gaudio

Anche quest’anno, con estrema puntualità, è giunta la ricorrenza del primo maggio, giorno estremamente gradito a studenti e lavoratori per sospendere temporaneamente le loro occupazioni e godersi, visto il clima favorevole, i piaceri di una scampagnata o di un semplice momento di riposo.
Dietro questo quadretto idillico si agitano però fortissime correnti che deturpano la tanto gradita ricorrenza e ne inficiano addirittura il senso.
Celebrare la festa dei lavoratori in questo periodo sembra quasi una enorme e sadica contraddizione ma, nonostante il lerciume sociale e politico nel quale ci troviamo immersi, pochi hanno il coraggio di denunciare l’ipocrisia di questo rito pseudodemocratico e di gridare che il re è nudo e l’attuale condizione italiana ed europea è quella metaforicamente rappresentata dal possente gigante dai piedi d’argilla.
Certo, qualche malevolo potrebbe pensare che il primo maggio sia stato ormai svuotato dei suoi altissimi significati civili per essere ridotto ad un’accozzaglia di artisti (alcuni anche eccellenti) che si esibiscono in un maxiconcerto mandando in delirio torme di giovani affluiti a Roma, ma la situazione non è per fortuna questa: è decisamente peggiore.
È significativo e importante infatti festeggiare il lavoro e i lavoratori nel momento in cui i tassi di disoccupazione (in particolar modo quelli giovanili e femminili) sono alle stelle; la crisi economica attanaglia il nostro Paese e l’intero sistema mondiale; molti imprenditori si tolgono la vita per evitare l’onta del fallimento; nelle campagne (soprattutto del Meridione) lavorano migliaia di braccianti (in particolar modo extracomunitari) che, per pochi spiccioli, trascorrono le giornate intere a raccogliere i frutti che giungeranno sulle nostre tavole; gli esodati (figli della riforma Fornero, paragonabile per la sua demenza solo al “porcellum” di Calderoli) cercano mille espedienti per arrivare a fine mese dopo una vita di sacrifici; i tagli indiscriminati al Sistema Sanitario Nazionale e all’istruzione e alla ricerca fatti da chi governa e, nello stesso tempo, gestisce o possiede scuole o strutture sanitarie private; l’incapacità degli amministratori di spendere in maniera razionale le risorse economiche elargite dall’Unione Europea con la conseguente necessità di restituire i finanziamenti non utilizzati a Bruxelles.
Ma, se sul fronte economico la situazione è questa, per fortuna a livello politico vale la pena festeggiare e tutelare il lavoro con l’apposita ricorrenza del primo maggio. È edificante sapere che il nuovo Presidente del Consiglio non compariva neppure tra i candidati alla suddetta carica i cui nomi erano stampati sulle schede elettorali che, solo qualche mese addietro, abbiamo imbrattato per esprimere una volontà popolare poi felicemente violata; così come é soddisfacente vedere seduti uno accanto all’altro i nuovi ministri che fino a qualche giorno fa si azzannavano politicamente e mediaticamente per respingere l’ipotesi di un governo Pd-Pdl che, analizzati i fatti, può addirittura essere considerato un monocolore marrone, con chiaro richiamo ad una sostanza che certamente non è la nutella.
Non si può neppure dimenticare che, di questi tempi, è necessaria una grande fede, dal momento che occorre scomodare costantemente il buon Dio per mantenere la giovinezza e freschezza di cui gode attualmente il nostro Presidente della Repubblica, senza tralasciare ulteriori preci per evitare una seconda ondata di lanzichenecchi/grillini in grado di deturpare le ultime vestigia di una repubblica felice distrutta ai tempi di Tangentopoli.
In fondo queste poche righe sono cariche di ironia ma, appropriandomi delle parole del buon vecchio Giulio Andreotti, «l’ironia è la migliore cura per non morire, e le cure per non morire sono sempre atroci». Per questo motivo non posso far altro che augurare un buon primo maggio a tutti voi!


(Pubblicato su www.spezzanoalbanese.weboggi.it, Registrazione Tribunale di Catanzaro N. 1078/2011 – ROC nr. 21658)

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