di
Mario Gaudio
Anche quest’anno, con estrema puntualità, è giunta la
ricorrenza del primo maggio, giorno estremamente gradito a studenti e
lavoratori per sospendere temporaneamente le loro occupazioni e godersi, visto
il clima favorevole, i piaceri di una scampagnata o di un semplice momento di
riposo.
Dietro questo quadretto idillico si agitano però fortissime correnti che
deturpano la tanto gradita ricorrenza e ne inficiano addirittura il senso.
Celebrare la festa dei lavoratori in questo periodo sembra quasi una enorme e
sadica contraddizione ma, nonostante il lerciume sociale e politico nel quale
ci troviamo immersi, pochi hanno il coraggio di denunciare l’ipocrisia di
questo rito pseudodemocratico e di gridare che il re è nudo e l’attuale
condizione italiana ed europea è quella metaforicamente rappresentata dal
possente gigante dai piedi d’argilla.
Certo, qualche malevolo potrebbe pensare che il primo maggio sia stato ormai
svuotato dei suoi altissimi significati civili per essere ridotto ad
un’accozzaglia di artisti (alcuni anche eccellenti) che si esibiscono in un
maxiconcerto mandando in delirio torme di giovani affluiti a Roma, ma la
situazione non è per fortuna questa: è decisamente peggiore.
È significativo e importante infatti festeggiare il lavoro e i lavoratori nel
momento in cui i tassi di disoccupazione (in particolar modo quelli giovanili e
femminili) sono alle stelle; la crisi economica attanaglia il nostro Paese e
l’intero sistema mondiale; molti imprenditori si tolgono la vita per evitare
l’onta del fallimento; nelle campagne (soprattutto del Meridione) lavorano
migliaia di braccianti (in particolar modo extracomunitari) che, per pochi
spiccioli, trascorrono le giornate intere a raccogliere i frutti che
giungeranno sulle nostre tavole; gli esodati (figli della riforma Fornero,
paragonabile per la sua demenza solo al “porcellum” di Calderoli) cercano mille
espedienti per arrivare a fine mese dopo una vita di sacrifici; i tagli
indiscriminati al Sistema Sanitario Nazionale e all’istruzione e alla ricerca
fatti da chi governa e, nello stesso tempo, gestisce o possiede scuole o
strutture sanitarie private; l’incapacità degli amministratori di spendere in
maniera razionale le risorse economiche elargite dall’Unione Europea con la
conseguente necessità di restituire i finanziamenti non utilizzati a Bruxelles.
Ma, se sul fronte economico la situazione è questa, per fortuna a livello
politico vale la pena festeggiare e tutelare il lavoro con l’apposita
ricorrenza del primo maggio. È edificante sapere che il nuovo Presidente del
Consiglio non compariva neppure tra i candidati alla suddetta carica i cui nomi
erano stampati sulle schede elettorali che, solo qualche mese addietro, abbiamo
imbrattato per esprimere una volontà popolare poi felicemente violata; così
come é soddisfacente vedere seduti uno accanto all’altro i nuovi ministri che
fino a qualche giorno fa si azzannavano politicamente e mediaticamente per
respingere l’ipotesi di un governo Pd-Pdl che, analizzati i fatti, può
addirittura essere considerato un monocolore marrone, con chiaro richiamo ad
una sostanza che certamente non è la nutella.
Non si può neppure dimenticare che, di questi tempi, è necessaria una grande
fede, dal momento che occorre scomodare costantemente il buon Dio per mantenere
la giovinezza e freschezza di cui gode attualmente il nostro Presidente della
Repubblica, senza tralasciare ulteriori preci per evitare una seconda ondata di
lanzichenecchi/grillini in grado di deturpare le ultime vestigia di una
repubblica felice distrutta ai tempi di Tangentopoli.
In fondo queste poche righe sono cariche di ironia ma, appropriandomi delle
parole del buon vecchio Giulio Andreotti, «l’ironia è la migliore cura per non
morire, e le cure per non morire sono sempre atroci». Per questo motivo non
posso far altro che augurare un buon primo maggio a tutti voi!
(Pubblicato su www.spezzanoalbanese.weboggi.it,
Registrazione Tribunale di Catanzaro N. 1078/2011 – ROC nr. 21658)
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