di
Mario Gaudio
Nel leggere questo libro ci si sente quasi inopportuni
dacché le sue pagine ci conducono nel sancta sanctorum di un uomo enigmatico
che, ancora oggi, dall’alto della sua veneranda età, continua ad essere
«l’entusiasmo degli uni, lo scandalo degli altri e l’occupazione di tutti».
Nove appunti di Natale getta uno spiraglio di luce sulla vita di Giulio
Andreotti, indiscusso protagonista della politica italiana a partire dal
secondo dopoguerra, penetrando con discrezione nell’intimità familiare di
questo democristiano di ferro che, con la sua moderazione ardita e con la
singolare “teoria dell’uomo medio”, ha incarnato in tutto e per tutto la
vocazione alla politica e allo Stato.
Ecco dunque il motivo per cui, come giustamente rileva Federico Roncoroni nella
sua introduzione, questo libro si presenta in una veste molto particolare: «[…]
ogni flash un Natale, ogni Natale uno scorcio di vita, ogni scorcio di vita un
preciso momento sociale e politico della nostra storia, ogni momento sociale e
politico uno stato d’animo».
Il senatore a vita Giulio Andreotti |
Andreotti, utilizzando una prosa pacata, efficace e sottilmente ironica, frutto
di una moderazione non soltanto ideologica ma divenuta stile di vita e di
pensiero, racconta, attraverso la forma a lui cara del diario, nove vicende che
hanno caratterizzato altrettanti periodi natalizi della sua lunga esistenza.
Il primo Natale di cui il senatore a vita ha memoria è quello del lontano 1921,
un periodo di «confusa tristezza» per la perdita del padre, la cui salute era
stata compromessa gravemente in guerra; il 1929 è l’anno del primo «discorso
pubblico» del piccolo Giulio che, su esortazione della vecchia zia Mariannina
(papalina intransigente classe 1854), declama una poesia natalizia dal pulpito
della chiesa romana dell’Aracoeli; quello del 1940 è invece il Natale delle
preoccupazioni per la famiglia Andreotti a causa del primogenito Francesco,
richiamato sul fronte libico, e della giovane moglie, partoriente in una
situazione talmente tesa da indurre addirittura il clero ad anticipare al
pomeriggio la tradizionale Messa di mezzanotte per rispettare il coprifuoco.
Seguono i racconti del 1943, anno in cui Andreotti assiste, nell’anticamera di
monsignor Montini (futuro Papa Paolo VI), ad un frivolo confronto tra due
diplomatici rifugiati in Vaticano la cui maggiore preoccupazione, nonostante la
grave incertezza del momento, era legata ai criteri di attribuzione di
un’onorificenza; del 1945, anno in cui Andreotti, novello sposo, assapora la
compagnia natalizia di una suocera «comprensiva» che smentisce la consolidata
opinione negativa risalente ad un’antica leggenda che il senatore a vita ci
riporta in questi termini: «Anche se è un poco irriguardoso, pare che il
Signore per punire San Pietro che avrebbe avuto momenti di incertezza gli guarì
la suocera»; e del 1952, l’anno del «Natale sconcertante» in cui la serenità
della famiglia Andreotti è turbata da un vecchio compagno d’università che, in
maniera truffaldina, riesce a sottrarre del denaro all’ambizioso politico
democristiano.
Nove appunti di Natale si conclude con il racconto di altri tre anni
estremamente importanti nella vita di Giulio Andreotti: il 1978 è il «Natale
tristissimo» in cui, secondo le parole dell’autore, «[…] si chiude l’anno più
drammatico della mia vita, per la irrimediabile tragedia di Aldo Moro»; nel
1979 Andreotti assapora «una allegrezza tutta nuova e particolare» per la
nascita della sua prima nipotina; infine il 1993 è l’anno del «primo Natale da
inquisito» in cui l’ex presidente del consiglio, abituato a rispondere
personalmente ai molteplici biglietti di auguri, per evitare di
«”corrispondere” con qualche soggetto dubbio» decide di utilizzare un’ambigua
espressione della diplomazia vaticana, concludendo le sue lettere con la
formula “Con tutta la stima che la S. V. merita”, «[…] che sia molta o nulla,
resta imprecisato».
In ultima analisi, Nove appunti di Natale si presenta come un libro
gradevolissimo alla lettura e altrettanto interessante nei contenuti, ideale in
queste fredde giornate di dicembre per comprendere il fascino che il Natale è
in grado di suscitare anche su quegli uomini che i media ci
presentano come “inarrivabili”.
Possa questo fascino natalizio orientare le nostre vite verso un nuovo anno di
serenità e solidarietà!
(Pubblicato su dirittodicronaca.it, Registrazione
Tribunale di Castrovillari (Cs) N. 4/09 del 02/11/2009)
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