Visualizzazioni totali

venerdì 29 agosto 2014

Parola d'autore: Confucio



Imparare senza pensare è fatica perduta. Pensare senza imparare è pericoloso.

Confucio

L'Osservatorio: Il segreto della giovinezza potrebbe nascondersi nel sangue


Ringiovanire con una trasfusione. Potrebbe essere una scoperta fondamentale sulla strada della ricerca della fonte dell'eterna giovinezza. In tre studi pubblicati negli Stati Uniti, infatti, si dimostra come iniettando il sangue di giovani topolini in topi adulti questi di fatto ringiovaniscono. Se non a fermare l'età, insomma, si riesce a frenarne l'avanzata. Questo grazie a un effetto 'ringiovanente', appunto, sui muscoli, sulle cartilagini e sul cervello, che rende i topi più 'anziani' più agili e più intelligenti. Se i risultati verranno confermati, gli studi della Stanford University, della University of California e dell'Harward Stem Cell Institute - pubblicati su Nature Medicine e su Science - potrebbero portare alla messa a punto di nuove cure molto più efficaci sul fronte della lotta all'Alzheimer e di quella alle malattie cardiache.
L'effetto benefico di queste trasfusioni - si spiega nei due studi - è dovuto soprattutto a quelle proteine in grado di contrastare l'invecchiamento del cuore. Al di là dell'entusiasmo per il successo degli esperimenti sui topi, gli stessi ricercatori sottolineano come ci vorranno anni per verificare se tali esperimenti possono avere lo stesso effetto sugli uomini. Ma le basi per nuove frontiere della branca della medicina che si occupa di contrastare l'invecchiamento - scrivono il New York Times, il Washington Post e il Wall Street Journal - sono state gettate.

Tratto da www.repubblica.it (5 maggio 2014)




giovedì 28 agosto 2014

L'Osservatorio: Il nostro cervello prevede e si prepara alle parole dell'interlocutore



Il cervello di chi ascolta sa quando sta per sentire qualcosa di prevedibile e si predispone prontamente, in sintonia col cervello dell'interlocutore, a sua volta cablato sulla prevedibilità della parola in arrivo. In pratica - sono le conclusioni di uno studio svolto dalla New York University - la nostra mente ''si anticipa'' neurologicamente sul lavoro di comprensione delle parole altrui, valutandone la prevedibilità e gestendo di conseguenza l'attività cerebrale. Prevedibilità che viene elaborata alla stessa maniera anche dall'interlocutore, come se il cervello in entrambi i casi si preparasse alla comunicazione più probabile. Un esempio? Ascoltare la frase ''l'erba è...'' predispone il cervello dell'ascoltatore all'ascolto della parola ''verde'' e quello del comunicatore, se davvero è quella la parola scelta, a pronunciarla.
«I nostri risultati mostrano che il cervello di ascoltatore e parlante prendono in considerazione la prevedibilità di un discorso», ha commentato Suzanne Dikker della New York University. «Un meccanismo che emerge prima ancora che una frase sia pronunciata e sentita», ha aggiunto. Il cervello sfrutta un processo top-down, prevedendo parole e suoni in base al contesto. Si tratta dell'ennesima conferma della tendenza cerebrale ad anticipare gli eventi del mondo circostante per poter reagire in modo rapido e preciso. Lo studio, pubblicato sul Journal of Neuroscience, ha rilevato l'anticipo dell'attività cerebrale nella corteccia uditiva, preparata ad ascoltare il suono prevedibile sulla base delle parole già utilizzate da chi parla, il cui cervello a sua volta è influenzato da quanto prevedibile sarà la frase pronunciata.


 Tratto da www.repubblica.it (5 maggio 2014)



lunedì 25 agosto 2014

Biblioterapia, quei libri che aiutano a guarire



«Rime di rapido effetto, per anima e cuore, che risolvono catastrofi sentimentali lievi e mediamente gravi. Salvo diversa prescrizione, si consiglia la somministrazione su più giorni in un dosaggio ben tollerabile (da 5 a 50 pagine). Se possibile effettuare il trattamento con i piedi caldi e/o un gatto in grembo».  E' questa l'inconsueta 'prescrizione medica' contenuta nel libro Una piccola libreria a Parigi (Sperling & Kupfer, Euro 16,90), il bestseller della tedesca Nina George che in Germania ha venduto oltre 200.000 copie, è stato per 20 settimane in cima alla classifica di Der Spiegel ed è da poco arrivato anche in Italia. Fulcro del romanzo è la Farmacia Letteraria di Jean Perdu, lo straordinario libraio protagonista del romanzo che trova un libro-medicina per tutti. Proprio il tema della lettura come cura è alla base della biblioterapia, ovvero la possibilità di star bene attraverso i libri. E visto che d’estate si legge di più, abbiamo chiesto agli esperti in cosa consiste la biblioterapia, per quali disturbi è indicata e quali libri mettere in valigia per una vacanza all’insegna del benessere.  
Una terapia antica. Già Aristotele credeva che la letteratura potesse guarire le persone e gli antichi romani riconobbero l’esistenza di un rapporto tra medicina e lettura. Nel 1937, lo psichiatra W.C. Menninger iniziò a parlare di libro-terapia utilizzando la tecnica nel trattamento della malattia mentale. Negli Stati Uniti e in Inghilterra, la biblioterapia è più diffusa e sono molti gli studi internazionali che ne attestano la validità nel trattamento di vari disturbi psichici dell’età adulta ma anche evolutiva. «La biblioterapia è intesa in vari modi: come terapia, come strumento per risolvere problemi, come confronto con altre esperienze. Io preferisco pensare ai libri come occasione di crescita personale», dice Barbara Rossi, psicoterapeuta di Milano e autrice del libro Biblioterapia. La lettura come benessere (La Meridiana, 128 pag., 15 Euro). «E' un'evidenza clinica, ma anche pedagogica e culturale, che chi legge acquisisce un maggior numero di parole per esprimersi, affina la capacità di mettersi nei panni degli altri, la sua sensibilità, la capacità di tradurre ciò che sente. Insomma, alla fine 'vive molte più vite', parafrasando Pérez-Reverte nel suo celebre La regina del sud», prosegue l’esperta. 
I libri-medicina. Ma quali sono le malattie o i disturbi che più si prestano ad essere curati con il sostegno della lettura? Principalmente quelli legati alla sfera dell'umore e alle condizioni patologiche derivate da perdita del lavoro, la fine di un amore, un lutto in famiglia o semplicemente una fase depressiva. Se il momento che state vivendo è critico, la lettura del libro giusto può aiutarvi a 'guarire' o almeno a migliorare. «La biblioterapia può essere applicata nell’ambito della psicoterapia per la cura di disturbi di lieve e media entità come i disturbi dell’umore e del comportamento alimentare e le varie forme di dipendenza, dall’alcol, alla droga alla ludopatia», spiega Rosa Mininno, psicologa e psicoterapeuta, ideatrice del sito www.biblioterapia.it. «L’importante è chiarire che la sola lettura di un libro non può guarire, ma può avere una efficacia se integrata in un percorso di psicoterapia e con la scelta giusta dei testi in relazione alla situazione del singolo paziente e alla sua capacità di lettura».  Ad apprezzare di più la lettura terapeutica sono soprattutto le persone molto diffidenti verso il prossimo e che fanno fatica a fidarsi degli altri magari a seguito di brutte esperienze. 
Per tutte le età. La biblioterapia è adatta a tutte le età. Non solo gli adulti, ma anche i bambini e gli anziani che possono esplorare anche le nuove modalità di lettura: gli e-book per i primi e gli audiolibri per i secondi che magari hanno qualche difficoltà visiva. «Per i bambini la lettura anche molto precoce è una risorsa inestimabile. Non a caso vari studi hanno dimostrato che se la mamma legge un libro già a partire dai 6 mesi il bimbo non smette più di chiederlo», spiega la psicologa Rossi.  La lettura terapeutica può essere anche una forma di prevenzione: «Le persone che leggono hanno una mente più plastica e dinamica, guardano dentro sé stessi, sanno riconoscere i problemi ed eventualmente chiedere aiuto» precisa Mininno. Lo dimostra anche uno studio pubblicato sull’International journal of group psychotherapy: «La lettura nel contesto della terapia di gruppo aiuta i pazienti ad aprirsi, ad esplorare se stessi e a comunicare i loro vissuti», aggiunge Rossi. 
I romanzi potenziano l’empatia. Chi legge romanzi comprende meglio il prossimo. A sostenere questa tesi è invece un recente studio pubblicato sulla rivista Science e condotto da uno psicologo italiano, Emanuele Castano, alla New School for social research di New York. L’ipotesi da cui sono partiti i ricercatori è che il romanzo possa rappresentare una specie di allenamento alla comprensione delle emozioni degli altri. «Leggere un libro significa mettersi nei panni del protagonista e vivere con lui le sue avventure - spiega ancora Barbara Rossi - : ora sei il capitano Nemo alle prese con le avventure del Nautilus, ora sei il piccolo Sebastian, de La storia infinita, deriso dai bulli della scuola, in bilico tra la paura di essere braccato da loro e la paura del compito in classe... ora sei David Servan Schreber, cui hanno diagnosticato un tumore e si chiede come parlare ai suoi figli, come essergli utile quando non ci sarà più.... Esperienze che solitamente non si possono collezionare in una sola vita ed è così che si può scoprire quel mondo che cercavi e che per qualche motivo non avevi ancora conosciuto». Dallo svolgimento della ricerca è emerso che i volontari che avevano letto pagine di romanzi avevano ottenuto punteggi migliori nei test di teoria della mente (per esempio, riconoscere dagli occhi l’emozione provata) rispetto a chi aveva letto libri di saggistica oppure niente.  
Cosa mettere in valigia.  Visto che si ha più tempo a disposizione, la vacanza è l’occasione migliore per prendersi cura di sé attraverso la lettura. «Mettere in valigia un romanzo aiuta a staccare davvero, può evocare ricordi e aprire nuove piste o soluzioni inaspettate ai vari problemi che ci assillano», dice Rosa Mininno. Ma come scegliere il libro giusto? «Partendo dal presupposto che non esiste un libro che va bene per tutti, in assoluto, si possono dare alcune indicazioni a seconda del tipo di problema», spiega Rossi. Cosa consigliare, ad esempio, a chi ha appena perso il lavoro? «Il libro adatto è Chi ha spostato il mio formaggio? perché è un invito a sperimentare la propria imprenditorialità esplorando nuovi percorsi», suggerisce l’esperta. E a chi sta vivendo il dolore di un lutto familiare? «Consiglio Tu non ci sei più e io mi sento giù: è uno splendido libro per tutte le età, per parlare del dopo, ma ci sono anche Oscar e la dama in rosa, per parlare degli ultimi giorni, delle cose difficili da vivere.... E poi sicuramente Ho vissuto più di un addio di David Servan-Schreiber», conclude Rossi.


Irma D’Aria
Tratto da: www.repubblica.it (1 agosto 2014) 


domenica 24 agosto 2014

Parola d'autore: Alessandro D'Avenia

Romeo e Giulietta (Francesco Hayez)- 1823-
olio su tela- 291 x 202 cm., Villa Carlotta
(Tremezzo)
E un bacio è il ponte rosso che costruiamo tra le nostre anime, che danzano sulla vertigine bianca della vita senza paura di cadere.

Alessandro D’Avenia
Bianca come il latte rossa come il sangue


venerdì 15 agosto 2014

La voce delle Muse: Dante Alighieri

a cura di
Mario Gaudio

Assunzione della Vergine con i santi Antonio Abate e
Ludovico da Tolosa
(Lorenzo Lotto)- 1506- olio su
tavola- 175 x 162 cm., Duomo di Asolo

Vergine madre, figlia del tuo figlio,
umile e alta più che creatura,
termine fisso d’etterno consiglio,
tu se’ colei che l’umana natura
nobilitasti sì, che ‘l suo fattore
non disdegnò di farsi sua fattura.
Nel ventre tuo si raccese l’amore
per lo cui caldo ne l’etterna pace
così è germinato questo fiore.
Qui se’ a noi meridiana face
di caritate, e giuso, intra i mortali,
se’ di speranza fontana vivace.
Donna, se’ tanto grande e tanto vali,
che qual vuol grazia ed a te non ricorre,
sua disianza vuol volar sanz’ali.
La tua benignità non pur soccorre
a chi domanda, ma molte fiate
liberamente al dimandar precorre.
In te misericordia, in te pietate,
in te magnificenza, in te s’aduna
quantunque in creatura è di bontate.

Dante Alighieri, Paradiso XXXIII, 1-21 


lunedì 11 agosto 2014

"I passi dell'amore": Nicholas Sparks tra sentimenti e malattia

di
Mario Gaudio

L’amore ha alimentato da sempre la fantasia di poeti, prosatori e artisti divenendo un tema usato, abusato e, spesso, usurato. Dagli spiriti magni delle letterature nazionali agli scribacchini di provincia, che si atteggiano a gran conoscitori dell’uomo e dei suoi sentimenti, la tematica amorosa ha riempito quantità innumerevoli di pagine ripetendo, il più delle volte, quattro o cinque concetti fissi divenuti per gli scrittori o gli aspiranti tali la stella polare in grado di indicare la rotta sicura nell’immenso e pericoloso oceano dei palpiti di un cuore innamorato.
Scena del film I passi dell'amore (2002) del regista
Adam Shankman
Pertanto, nell’intricata selva di racconti, romanzi e poesie a sfondo amoroso è pressoché inevitabile imbattersi in manierismi d’occasione che nulla aggiungono e nulla tolgono alle poche pietre miliari della letteratura mondiale sul tema ed è, per converso, estremamente raro incontrare scrittori in grado di suscitare, alla lettura, quelle emozioni che un tema così nobile e antico merita. Tuttavia, nonostante l’eccezionalità dell’evento, c’è ancora qualcuno, come Nicholas Sparks, capace di trattare in maniera fresca e originale il sentimento più bello e ingarbugliato di tutti i tempi.
I passi dell’amore è l’esempio di una letteratura moderna che ancora funziona e riesce a svolgere l’antica missione di docere e delectare allo stesso tempo, presentando al lettore la tematica amorosa in un valido accostamento con altre importantissime questioni quali la fede, la malattia, la vita e la speranza.
Siamo dinanzi ad un romanzo che, pur narrando le vicende di due diciassettenni, ha il coraggio e la capacità di stimolare quelle corde intime dell’animo umano che ognuno si industria a nascondere con precauzione (ritenendole, chissà per quale astruso motivo, fonte di vulnerabilità), provocando inevitabili moti di commozione e riflessione.
Sparks presenta, con sapiente arte contrastiva, le due vite opposte dei protagonisti (Landon Carter e Jamie Sullivan) evidenziando più volte la distanza siderale dei loro caratteri (il ragazzaccio Landon, rampollo di buona famiglia, dal rendimento scolastico mediocre e dagli amici spacconi e la sobria Jamie, orfana di madre, dai modi gentili e garbati, generosa verso tutti e attentissima alle necessità degli ultimi) e costruendo con pazienza certosina e vivacità narrativa quel legame che unirà le loro due anime, così diverse ma anche così uguali nel momento della malattia.
I passi dell'amore di Nicholas Sparks
Come tutti i grandi amori, anche quello raccontato dallo scrittore statunitense conoscerà gli ostacoli e la durezza della prova, ma tutto ciò servirà alla catarsi di Landon che sarà costretto a maturare nel giro di poche settimane e a bruciare quelle scorie di infanzia e di noncuranza che gli impediscono di avere un contatto veritiero con la realtà.
Insomma, è il romanzo di due giovani anime, travolte da situazioni incommensurabilmente più grandi, che con l’amore e la fede riescono a comprendere appieno l’importanza di un legame vero in una società sempre più vicina ma, allo stesso tempo, sempre più sola.
Nicholas Sparks fonde dunque l’amore e il dolore (quest’ultimo tanto più terribile in quanto colpisce creature nel fiore dell’età che ancora nutrono fiducia nei progetti e nei sogni) giungendo ad un finale di estrema ambiguità circa le sorti di Jamie Sullivan. È necessario un notevole sforzo interpretativo per comprendere, seppure in maniera ancora non completamente chiara, quello che sarà il destino della ragazza. Tuttavia, agli amanti della letteratura non sfuggirà di sicuro l’ultimo grande indizio sull’insoluta questione che lo scrittore ci fornisce per bocca del suo narratore Landon: «Sorrido tra me, guardando il cielo, sapendo che c’è ancora una cosa che non vi ho detto: adesso credo che i miracoli si possano avverare».
Lo scrittore statunitense Nicholas Sparks
Forse i nostri spiriti romantici, sulla scorta di un’antica etimologia della parola “amore” (derivante, secondo alcuni, dall’alfa privativo della lingua greca unito al latino mors e dunque dal valore letterale di “senza morte”) ci faranno propendere per la salvezza di Jamie e la celebrazione dell’onnipotenza dell’Amore («Omnia vincit Amor, et nos cedamus Amori» scriveva Virgilio al termine delle sue Bucoliche) ma, qualunque sia l’interpretazione che la nostra sensibilità riterrà veritiera, possiamo affermare, senza tema di smentita, di trovarci dinanzi ad un romanzo degno di essere accostato ai grandi classici della letteratura d’amore e in grado di suscitare quelle emozioni che, in fin dei conti, sono il nostro angolo di paradiso tra le brutture della mediocrità.  

(Pubblicato su dirittodicronaca.it, Registrazione Tribunale di Castrovillari (Cs) N. 4/09 del 02/11/2009)