«Rime di rapido effetto, per anima e cuore, che risolvono
catastrofi sentimentali lievi e mediamente gravi. Salvo diversa prescrizione,
si consiglia la somministrazione su più giorni in un dosaggio ben tollerabile
(da 5 a 50 pagine). Se possibile effettuare il trattamento con i piedi caldi
e/o un gatto in grembo». E' questa l'inconsueta 'prescrizione medica'
contenuta nel libro Una piccola libreria a Parigi (Sperling &
Kupfer, Euro 16,90), il bestseller della tedesca Nina George che in Germania ha
venduto oltre 200.000 copie, è stato per 20 settimane in cima alla classifica
di Der Spiegel ed è da poco arrivato anche in Italia. Fulcro del
romanzo è la Farmacia Letteraria di Jean Perdu, lo straordinario libraio
protagonista del romanzo che trova un libro-medicina per tutti. Proprio il tema
della lettura come cura è alla base della biblioterapia, ovvero la possibilità
di star bene attraverso i libri. E visto che d’estate si legge di più, abbiamo
chiesto agli esperti in cosa consiste la biblioterapia, per quali disturbi è
indicata e quali libri mettere in valigia per una vacanza all’insegna del
benessere.
Una terapia antica. Già Aristotele credeva che la letteratura potesse
guarire le persone e gli antichi romani riconobbero l’esistenza di un rapporto
tra medicina e lettura. Nel 1937, lo psichiatra W.C. Menninger iniziò a parlare
di libro-terapia utilizzando la tecnica nel trattamento della malattia mentale.
Negli Stati Uniti e in Inghilterra, la biblioterapia è più diffusa e sono molti
gli studi internazionali che ne attestano la validità nel trattamento di vari
disturbi psichici dell’età adulta ma anche evolutiva. «La biblioterapia è
intesa in vari modi: come terapia, come strumento per risolvere problemi, come
confronto con altre esperienze. Io preferisco pensare ai libri come occasione
di crescita personale», dice Barbara Rossi, psicoterapeuta di Milano e autrice
del libro Biblioterapia. La lettura come benessere (La Meridiana, 128
pag., 15 Euro). «E' un'evidenza clinica, ma anche pedagogica e culturale, che
chi legge acquisisce un maggior numero di parole per esprimersi, affina la
capacità di mettersi nei panni degli altri, la sua sensibilità, la capacità di
tradurre ciò che sente. Insomma, alla fine 'vive molte più vite', parafrasando
Pérez-Reverte nel suo celebre La regina del sud», prosegue l’esperta.
I libri-medicina. Ma quali sono le malattie o i disturbi che più si
prestano ad essere curati con il sostegno della lettura? Principalmente quelli
legati alla sfera dell'umore e alle condizioni patologiche derivate da perdita
del lavoro, la fine di un amore, un lutto in famiglia o semplicemente una fase
depressiva. Se il momento che state vivendo è critico, la lettura del libro
giusto può aiutarvi a 'guarire' o almeno a migliorare. «La biblioterapia può
essere applicata nell’ambito della psicoterapia per la cura di disturbi di
lieve e media entità come i disturbi dell’umore e del comportamento alimentare
e le varie forme di dipendenza, dall’alcol, alla droga alla ludopatia», spiega
Rosa Mininno, psicologa e psicoterapeuta, ideatrice del sito www.biblioterapia.it. «L’importante è
chiarire che la sola lettura di un libro non può guarire, ma può avere una
efficacia se integrata in un percorso di psicoterapia e con la scelta giusta
dei testi in relazione alla situazione del singolo paziente e alla sua capacità
di lettura». Ad apprezzare di più la lettura terapeutica sono soprattutto
le persone molto diffidenti verso il prossimo e che fanno fatica a fidarsi
degli altri magari a seguito di brutte esperienze.
Per tutte le età. La biblioterapia è adatta a tutte le età. Non solo gli
adulti, ma anche i bambini e gli anziani che possono esplorare anche le nuove
modalità di lettura: gli e-book per i primi e gli audiolibri per i secondi che
magari hanno qualche difficoltà visiva. «Per i bambini la lettura anche molto
precoce è una risorsa inestimabile. Non a caso vari studi hanno dimostrato che
se la mamma legge un libro già a partire dai 6 mesi il bimbo non smette più di
chiederlo», spiega la psicologa Rossi. La lettura terapeutica può essere
anche una forma di prevenzione: «Le persone che leggono hanno una mente più
plastica e dinamica, guardano dentro sé stessi, sanno riconoscere i problemi ed
eventualmente chiedere aiuto» precisa Mininno. Lo dimostra anche uno studio
pubblicato sull’International journal of group psychotherapy: «La lettura nel contesto della terapia di
gruppo aiuta i pazienti ad aprirsi, ad esplorare se stessi e a comunicare i
loro vissuti», aggiunge Rossi.
I romanzi potenziano l’empatia. Chi legge romanzi comprende meglio il
prossimo. A sostenere questa tesi è invece un recente studio pubblicato sulla
rivista Science e condotto
da uno psicologo italiano, Emanuele Castano, alla New School for social
research di New York. L’ipotesi da cui sono partiti i ricercatori è che il
romanzo possa rappresentare una specie di allenamento alla comprensione delle
emozioni degli altri. «Leggere un libro significa mettersi nei panni del
protagonista e vivere con lui le sue avventure - spiega ancora Barbara Rossi -
: ora sei il capitano Nemo alle prese con le avventure del Nautilus, ora sei il
piccolo Sebastian, de La storia infinita, deriso dai bulli della scuola,
in bilico tra la paura di essere braccato da loro e la paura del compito in
classe... ora sei David Servan Schreber, cui hanno diagnosticato un tumore e si
chiede come parlare ai suoi figli, come essergli utile quando non ci sarà
più.... Esperienze che solitamente non si possono collezionare in una sola vita
ed è così che si può scoprire quel mondo che cercavi e che per qualche motivo
non avevi ancora conosciuto». Dallo svolgimento della ricerca è emerso che i
volontari che avevano letto pagine di romanzi avevano ottenuto punteggi
migliori nei test di teoria della mente (per esempio, riconoscere dagli occhi
l’emozione provata) rispetto a chi aveva letto libri di saggistica oppure
niente.
Cosa mettere in valigia. Visto che si ha più tempo a disposizione, la
vacanza è l’occasione migliore per prendersi cura di sé attraverso la lettura.
«Mettere in valigia un romanzo aiuta a staccare davvero, può evocare ricordi e
aprire nuove piste o soluzioni inaspettate ai vari problemi che ci assillano»,
dice Rosa Mininno. Ma come scegliere il libro giusto? «Partendo dal presupposto
che non esiste un libro che va bene per tutti, in assoluto, si possono dare
alcune indicazioni a seconda del tipo di problema», spiega Rossi. Cosa
consigliare, ad esempio, a chi ha appena perso il lavoro? «Il libro adatto è Chi
ha spostato il mio formaggio? perché è un invito a sperimentare la propria
imprenditorialità esplorando nuovi percorsi», suggerisce l’esperta. E a chi sta
vivendo il dolore di un lutto familiare? «Consiglio Tu non ci sei più e io mi
sento giù: è uno splendido libro per tutte le età, per parlare del dopo, ma ci
sono anche Oscar e la dama in rosa, per parlare degli ultimi giorni, delle
cose difficili da vivere.... E poi sicuramente Ho vissuto più di un addio di
David Servan-Schreiber», conclude Rossi.
Irma D’Aria
Tratto da: www.repubblica.it (1 agosto 2014)