Il cervello di chi ascolta sa quando sta per sentire
qualcosa di prevedibile e si predispone prontamente, in sintonia col cervello
dell'interlocutore, a sua volta cablato sulla prevedibilità della parola in
arrivo. In pratica - sono le conclusioni di uno studio svolto dalla New York
University - la nostra mente ''si anticipa'' neurologicamente sul lavoro di
comprensione delle parole altrui, valutandone la prevedibilità e gestendo di
conseguenza l'attività cerebrale. Prevedibilità che viene elaborata alla stessa
maniera anche dall'interlocutore, come se il cervello in entrambi i casi si preparasse
alla comunicazione più probabile. Un esempio? Ascoltare la frase ''l'erba
è...'' predispone il cervello dell'ascoltatore all'ascolto della parola
''verde'' e quello del comunicatore, se davvero è quella la parola scelta, a
pronunciarla.
«I nostri risultati mostrano che il cervello di ascoltatore e parlante prendono
in considerazione la prevedibilità di un discorso», ha commentato Suzanne Dikker
della New York University. «Un meccanismo che emerge prima ancora che una frase
sia pronunciata e sentita», ha aggiunto. Il cervello sfrutta un processo
top-down, prevedendo parole e suoni in base al contesto. Si tratta
dell'ennesima conferma della tendenza cerebrale ad anticipare gli eventi del
mondo circostante per poter reagire in modo rapido e preciso. Lo studio,
pubblicato sul Journal of Neuroscience, ha rilevato l'anticipo
dell'attività cerebrale nella corteccia uditiva, preparata ad ascoltare il
suono prevedibile sulla base delle parole già utilizzate da chi parla, il cui
cervello a sua volta è influenzato da quanto prevedibile sarà la frase
pronunciata.
Nessun commento:
Posta un commento