di
Mario Gaudio
Nel
1980 Giulio Andreotti, chiamato a pronunciare un discorso celebrativo per il
centesimo compleanno dell’arcivescovo Alfonso Carinci, esordì con una famosa
citazione di Menandro («Muor giovane colui ch’al cielo è caro») suscitando
l’ilarità generale e mostrando quel sottile e invidiato senso di educata ironia
che da sempre accompagnava i suoi interventi pubblici e privati.
Questo
è soltanto uno degli innumerevoli esempi di uno stile espressivo che divenne,
col passare degli anni, una vera e propria weltanschauung,
indizio di una mente raffinata e colta capace di applicare con naturalezza e
cognizione di causa l’antico adagio latino «castigat ridendo mores».
Giulio Andreotti (1919 - 2013) |
Il potere
logora…ma è meglio non perderlo è un’antologia delle migliori
considerazioni ironiche dello statista romano che, gloria e vanto della
politica nazionale, ricoprì per ben sette volte la carica di Presidente del
Consiglio e per ventisette quella di ministro della Repubblica.
Al
di là della brillante e prolifica carriera istituzionale, traspare dalle pagine
andreottiane l’inconfondibile cultore di Cicerone a cui si affianca lo zelo
dell’appassionato amante della tradizione letteraria classica.
Ogni
citazione riportata ne Il potere
logora…ma è meglio non perderlo gronda di esperienze di vita privata che si
mescolano con le vicende politiche, le tendenze sociali e i gusti culturali del
Novecento sino a diventare un elemento unico facilmente identificabile con la
Storia stessa.
L’antologia
ha di per sé il grande limite strutturale di riportare soltanto una minima
porzione degli innumerevoli aforismi andreottiani e ciò impedisce al lettore di
avere una visione globale dell’argomento, tuttavia il valore dell’opera consiste
nel fatto che, attraverso le sue pagine, si ripercorrono situazioni e momenti
importanti della politica italiana e della cronaca, con sferzanti
considerazioni su vizi nazionali ancora non debellati: nei confronti dei tanto
diffusi evasori fiscali Andreotti chiosava: «L’umiltà è una virtù stupenda. Ma
non quando si esercita nella dichiarazione dei redditi»; mentre per i nuovi
ricchi lo statista riservava una considerazione al vetriolo: «Vi è un genere
pericoloso di numismatici: il collezionista di moneta corrente».
Il potere logora... ma è meglio non perderlo di Giulio Andreotti |
Non
mancano argute riflessioni sulla giustizia («Perché la stupenda frase “La
Giustizia è uguale per tutti” è scritta alle spalle dei magistrati?»),
sull’antifascismo d’occasione («L’antifascismo è come i vini. Bisogna guardare
all’annata»), sugli eterni problemi della Capitale («Non attribuiamo i guai di
Roma all’eccesso di popolazione. Quando i romani erano solo due, uno uccise
l’altro») e sui cosiddetti «vizi minori» («Annoiato dagli ammonimenti contro
l’uso del tabacco un padre rosminiano irlandese ha detto al suo superiore:
“Meglio fumare su questa terra che dopo”»).
Insomma,
Il potere logora…ma è meglio non perderlo
è un libro da leggere, scorrevole e divertente, in grado di offrire sprazzi di
luce su anni di storia e costumi d’Italia con un approfondimento sulla ancor
poco studiata biografia di Giulio Andreotti che, al netto dei meriti politici,
fu una miniera di aneddoti, un appassionato di cultura e un maestro
indiscutibile di savoir-faire.
(Pubblicato su dirittodicronaca.it,
Registrazione Tribunale di Castrovillari (Cs) N. 4/09 del 02/11/2009)