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mercoledì 18 maggio 2016

UNA SCULTURA DEL XIV SECOLO: LA VERGINE COL BAMBINO DI SPEZZANO ALBANESE NELL’ICONOGRAFIA DELLA MADONNA REGINA.

di 
Giulio Cesare De Rosis

Francesco Marchianò di Agostino mi segnalò una rara e misconosciuta scultura del tardo gotico spagnolo. Si tratta di un gruppo scultoreo denominato Mare de Déu del Llibre a Escornalbou (foto 1 - 2) raffigurante la Vergine seduta col Bambino in braccio e reggente il volumen dei Vangeli. Rientra nella tipologia iconografica della Madonna Regina e precisamente della Sedes Sapientiae. In Occidente la Madonna Regina in ambito scultoreo appare nel VI secolo circa come dimostra la Madonna del Sacro Calice nell'Abbazia S. Maria di Follina (Treviso). Nel Medioevo vanno segnalati due notissimi esemplari, ovvero la Sedes Sapientiae di Tino da Camaino conservata nel Museo del Bargello a Firenze e la Madonna Regina di Arnolfo di Cambio, custodita nel Museo dell'Opera del Duomo a Firenze.

Il già citato gruppo scultoreo spagnolo è quello che oggigiorno più di ogni altro può essere apparentato al manufatto litico della Madonna di Spezzano Albanese (foto 3) che, alla luce dei documenti e di oculate osservazioni di natura storico-artistica, abbiamo ritenuto giusto datarlo  XIV secolo. In Calabria esemplari simili alla Madonna delle Grazie di Spezzano non ne troviamo molti, e questo attesta l’antichità meritoria da ascrivere a questo monumento della Calabria Angioina. Il prof. Giorgio Leone mi diceva giustamente che, però, nel Seicento è stata "manomessa" e ciò è avvenuto pure con altre statue in muratura più o meno coeve alla Vergine di Spixana.
Un esemplare più antico, detta Madonna di Mercuri, si trova a Orsomarso ed appartiene al secolo XIII, mentre qualche altro manufatto in pietra, malto e stucco come la Madonna delle Grazie di Morano è di epoca  successiva (XVI secolo – foto 4). Una studiosa recentemente si è occupata dell’iconografia mariana in Calabria con particolare riguardo a quest’ambito scultoreo che ritrae la Madonna seduta con Bambino in braccio e che, a giusta voce, possono essere considerati documenti che riguardano tanto la storia dell’arte quanto l’etnografia. La studiosa Emanuela Papasso per la Madonna di Spezzano non ha messo in discussione la datazione proposta da chi scrive circa il XIV secolo, ma ha ritenuto opportuno ascriverla vicino alla scuola di Stefano da Putignano, accostandosi così per certi versi alle tesi di Alessandro Serra.
Il Serra sosteneva che la statua della Madonna fosse stata costruita dopo il 1451 quando i monaci eremiti agostiniani chiesero al papa di riattare l’antica Chiesa di Sancta Maria di Spizano. Questa asserzione è stata messa in discussione da altri due studiosi, oltre che da chi scrive, come Vincenzo Longo e Francesco Marchianò dal momento che i già citati monaci nel 1451 chiedono al Pontefice di ristrutturare l’antica, dunque già esistente Chiesa della Madonna di Spezzano, ove già la statua si venerava prima che il tempietto cadesse in stato d’abbandono.
Considerato che la Madonna delle Grazie appartiene verosimilmente alla fine del Trecento, dunque alla fine dell’età angioina in Calabria, è da ritenersi esempio di scultura tardo gotico, di modesta manifattura, ma di alto valore artistico come l’esemplare di Escornalbou che, oltre ad essere coeva, si apparenta sul piano iconografico. In merito, poi, alla tipologia della Sedes Sapientiae, un importantissimo esempio è la scultura lignea della Vergine con il Bambino, realizzata da Domenico da Tolmezzo per la chiesa di S. Maria a Borgnano (Friuli Venezia Giulia) e databile c.a. 1479 (foto 5).


 Bibliografia
Cesare De Rosis, La prima ricostruzione storica sulla statua della Madonna di Spezzano Albanese: La Madonna delle Grazie nella scultura trecentesca meridionale in “Katundi Ynë”, Anno XXXV – N.117 – 2004 /4; pp. 25-26.
Cesare De Rosis, Il simulacro medievale della Madonna di Spezzano Albanese nella tipologia della “Madonna Regina”, in “Apollinea” Anno IX – n.1 Gen.-Feb.2005; pp. 28-29.
Cesare De Rosis, La Madonna delle Grazie di Spezzano Albanese e altre sculture nella storia e nell’arte, Spezzano Albanese, 2009 I edizione; 2010 II edizione, 2011-2012 III edizione, Legatoria F. Patitucci  - Spezzano Albanese (Cs).
Cesare De Rosis, La Sedes Sapientiae di Tino da Camaino: un esempio delle sue derivazioni, in “Giornale interattivo San Sosti” 29 Ottobre 2011.
Cesare De Rosis, Pregiudizi e Revisioni sulla scultura della Madonna delle Grazie di Spezzano Albanese, in “Katundi Ynë”, 2014.


Ringrazio Mario Gaudio  per la pubblicazione del presente contributo che vuole essere un altro tassello dei miei reiterati studi sulla Madonna di Spezzano Albanese. Esprimo viva gratitudine, inoltre, per il supporto che ha voluto riservarmi sin dagli albori di questa ricerca con la pregevole prefazione al mio libro nel 2009.

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