di
Giulio Cesare De Rosis
Francesco Marchianò di Agostino mi segnalò una rara e
misconosciuta scultura del tardo gotico spagnolo. Si tratta di un gruppo
scultoreo denominato Mare de Déu del Llibre a Escornalbou (foto 1 - 2) raffigurante
la Vergine seduta col Bambino in braccio e reggente il volumen dei Vangeli. Rientra
nella tipologia iconografica della Madonna Regina e precisamente della Sedes
Sapientiae. In Occidente la Madonna Regina in ambito scultoreo appare nel VI
secolo circa come dimostra la Madonna del Sacro Calice nell'Abbazia S. Maria di Follina (Treviso). Nel Medioevo vanno segnalati due notissimi esemplari, ovvero
la Sedes Sapientiae di Tino da Camaino conservata nel Museo del Bargello a
Firenze e la Madonna Regina di Arnolfo di Cambio, custodita nel Museo
dell'Opera del Duomo a Firenze.
Il già citato gruppo scultoreo spagnolo è quello che
oggigiorno più di ogni altro può essere apparentato al manufatto litico della Madonna
di Spezzano Albanese (foto 3) che, alla luce dei documenti e di oculate
osservazioni di natura storico-artistica, abbiamo ritenuto giusto datarlo XIV secolo. In Calabria esemplari simili alla
Madonna delle Grazie di Spezzano non ne troviamo molti, e questo attesta
l’antichità meritoria da ascrivere a questo monumento della Calabria Angioina. Il
prof. Giorgio Leone mi diceva giustamente che, però, nel Seicento è stata
"manomessa" e ciò è avvenuto pure con altre statue in muratura più o
meno coeve alla Vergine di Spixana.
Un esemplare più antico, detta Madonna di Mercuri, si trova
a Orsomarso ed appartiene al secolo XIII, mentre qualche altro manufatto in
pietra, malto e stucco come la Madonna delle Grazie di Morano è di epoca successiva (XVI secolo – foto 4). Una
studiosa recentemente si è occupata dell’iconografia mariana in Calabria con
particolare riguardo a quest’ambito scultoreo che ritrae la Madonna seduta con
Bambino in braccio e che, a giusta voce, possono essere considerati documenti
che riguardano tanto la storia dell’arte quanto l’etnografia. La studiosa
Emanuela Papasso per la Madonna di Spezzano non ha messo in discussione la
datazione proposta da chi scrive circa il XIV secolo, ma ha ritenuto opportuno
ascriverla vicino alla scuola di Stefano da Putignano, accostandosi così per
certi versi alle tesi di Alessandro Serra.
Il Serra sosteneva che la statua
della Madonna fosse stata costruita dopo il 1451 quando i monaci eremiti
agostiniani chiesero al papa di riattare l’antica Chiesa di Sancta Maria di
Spizano. Questa asserzione è stata messa in discussione da altri due studiosi,
oltre che da chi scrive, come Vincenzo Longo e Francesco Marchianò dal momento
che i già citati monaci nel 1451 chiedono al Pontefice di ristrutturare
l’antica, dunque già esistente Chiesa della Madonna di Spezzano, ove già la
statua si venerava prima che il tempietto cadesse in stato d’abbandono.
Considerato che la Madonna delle Grazie appartiene verosimilmente alla fine del
Trecento, dunque alla fine dell’età angioina in Calabria, è da ritenersi
esempio di scultura tardo gotico, di modesta manifattura, ma di alto valore
artistico come l’esemplare di Escornalbou che, oltre ad essere coeva, si
apparenta sul piano iconografico. In merito, poi, alla tipologia della Sedes Sapientiae,
un importantissimo esempio è la scultura lignea della Vergine con il Bambino,
realizzata da Domenico da Tolmezzo per la chiesa di S. Maria a Borgnano (Friuli
Venezia Giulia) e databile c.a. 1479 (foto 5).
Bibliografia
Cesare De Rosis, La prima ricostruzione storica sulla statua
della Madonna di Spezzano Albanese: La Madonna delle Grazie nella scultura
trecentesca meridionale in “Katundi Ynë”, Anno XXXV – N.117 –
2004 /4; pp. 25-26.
Cesare De Rosis, Il simulacro medievale della Madonna
di Spezzano Albanese nella tipologia della “Madonna Regina”, in
“Apollinea” Anno IX – n.1 Gen.-Feb.2005; pp. 28-29.
Cesare De Rosis, La Madonna delle Grazie di Spezzano
Albanese e altre sculture nella storia e nell’arte, Spezzano Albanese, 2009 I
edizione; 2010 II edizione, 2011-2012 III edizione, Legatoria F. Patitucci - Spezzano Albanese (Cs).
Cesare De Rosis, La Sedes Sapientiae di Tino da Camaino: un
esempio delle sue derivazioni, in “Giornale interattivo San Sosti” 29
Ottobre 2011.
Cesare De Rosis, Pregiudizi e Revisioni sulla scultura della
Madonna delle Grazie di Spezzano Albanese, in “Katundi Ynë”, 2014.
Ringrazio Mario Gaudio
per la pubblicazione del presente contributo che vuole essere un altro
tassello dei miei reiterati studi sulla Madonna di Spezzano Albanese. Esprimo
viva gratitudine, inoltre, per il supporto che ha voluto riservarmi sin dagli
albori di questa ricerca con la pregevole prefazione al mio libro nel 2009.