Nella nostra cara vecchia Italia, la famosa "Terra dei fati" osannata da Virgilio e l'altrettanto celebre "Terra dei cachi" cantata da Elio e le Storie Tese (senza dimenticare l'illustre "Terra dei fuochi", vero polmone nero della penisola), si ode ogni giorno l'eterno lamento dei vecchi.
Ma chi sono questi "vecchi"? Non certo i venerandi anziani, fonte di esperienze e di buoni consigli, che dovremmo con molta più umiltà ascoltare, ma i vecchi volponi, spiritualmente e culturalmente morti, che dimenano le caustiche lingue e le altrettanto acide code per mantenere i loro culi rattrappiti saldamente attaccati alle poltrone.
Ecco allora il Brunetta di turno che dall'alto (si fa per dire) della sua "lungimiranza" tuona contro i giovani d'Italia etichettandoli come "bamboccioni"; poi c'è il Silvio nazionale che per dimenticare i segni dell'età si fa ricrescere quattro peluzzi in testa e, tra un lifting e un processo, frequenta adolescenti e mignotte atteggiandosi a buon filantropo; in lontananza appare Giorgio, con tanto di corona e scettro in testa (non sono mica ignorante io, non ho sbagliato a scrivere, è lui che oramai inverte il posto naturale delle cose, sara mica l'età?), decantando l'Unità della nazione dinanzi ad un Salvini imbestialito e con in mano mille lire, in testa il "va pensiero" e in bocca il "vaffanculo".
Insomma, ci sono proprio tutti... anzi, no... scusate...è l'età... manca la mia vicina di casa che si lamenta e inveisce contro i giovani in quanto buoni a nulla e incapaci, nonché frequentatori di cellulari, tablet e computer...
Ma, ritorniamo seri! Certo, è facile scagliarsi contro le giovani generazioni accusandole di inefficienza e, magari, poca educazione, ma è l'arma più efficace di chi non ha più niente da dire e ha tirato i remi in barca da gran tempo, non vivendo, ma vivacchiando e sperando, in cuor suo, di non essere travolto dai tempi e di non sentirsi inadeguato.
Tuttavia, se può consolare, l'eterno lamento dei vecchi è consuetudine vetusta, veramente da inizi del mondo... Su un coccio dell'antica Babilonia, risalente circa al 2000 a. C., qualcuno aveva scritto: "Questi ragazzi sono marci nel cuore, sono malvagi e pigri. Dove arriveremo?".
Moltissimi anni dopo, Socrate (469- 399 a. C.) si crucciava così: "I nostri ragazzi amano il lusso, ridono dell'autorità, non si alzano in piedi davanti ad un anziano [...]".
Poi, dopo secoli di civiltà e cultura, giunse Brunetta e disse ai giovani disoccupati: "Siete l'Italia peggiore". L'eterno ritorno del lamento... sarebbe impazzito anche Nietzsche!
Mario Gaudio
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