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martedì 29 aprile 2014

Parola d'autore: Davide Van De Sfroos


È il lago stesso, il mio «luogo». Un luogo che impari ad identificare con la misteriosa figura umana che il suo perimetro traccia, un luogo fatto di cose che vedi e che non vedrai mai.
C’è sempre stato qualcosa di magnetico e di ancestrale nel legame che ho con il lago di Como. Gli ho sempre affidato il ruolo importantissimo di essere «casa mia». Più tardi mi sono reso conto che era lui a possedermi, a provocarmi costantemente, come un’entità vera e propria.
Esiste un lago visto da riva e un lago visto dal lago, un lago visto dal monte e uno visto con gli occhi dei suoi abitanti.
Nella sua profondità reale e simbolica, sono racchiuse le epoche, leggende e profezie. Nelle sue sfaccettature ci viene da pensare quando, da bambini, gli adulti ci insegnavano per forza di cose ad avere paura del lago. Oggi qualcuno o qualcosa, sta insegnando al lago ad avere paura di noi.

Davide Van De Sfroos, Paura e leggende sul lago di Como


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