di
Mario Gaudio
È consolante sapere che, da Adamo in poi, ognuno di noi vive
contemporaneamente in due mondi, creati da un’intelligenza divina che, quasi
sicuramente, ha inteso alleviare nel sogno le fatiche e le brutture della
realtà.
Ecco dunque gli uomini vivere la doppia esistenza di cittadini del mondo e del
sogno, in grado di addormentarsi abbandonando i panni della quotidianità per
divenire re, poeti o buffoni e assumere, nell’universo onirico, qualsiasi forma
dettata esclusivamente dalla propria fantasia.
È in questo contesto profondo che la vita si alimenta e viene fuori con maggior
vigore la forza per affrontare i disagi della realtà che paralizza, in tutta la
sua irriverenza, i nostri occhi subito dopo il risveglio.
Alessandro D'Avenia |
Pochi uomini, oserei dire gli “eletti” (senza affibbiare al termine alcuna
connotazione religiosa), hanno tuttavia appreso il modo di unire l’universo
onirico e la quotidianità lasciandosi guidare anche da svegli da un sogno e
incidendo profondamente nella storia attraverso un’impresa o un progetto inevitabilmente
concepito ad occhi chiusi.
È a questi sognatori, desiderosi di lasciare nel tempo una traccia della
propria esistenza terrena, che si rivolge il romanzo di Alessandro D’Avenia.
Scorrendo le pagine di Bianca come il latte rossa come il sangue, il
lettore non può far altro che constatare che la vera linfa della vita è la
libertà dei sogni, unico mezzo per migliorare se stessi e quella porzione di
mondo che si occupa.
Così D’Avenia, raccontandoci una storia triste ma non disperata, fruga
nell’animo e nelle abitudini di un gruppo di adolescenti, scovando nel sogno il
segreto per sconfiggere i problemi relazionali, i mali esistenziali e le
terribili condizioni della malattia e della morte.
È solo nelle parole di un professore assetato di conoscenza e consapevole
dell’importanza dei sogni che Leo, il protagonista del romanzo, supera le
barriere di un’esistenza fatta di scuola, compiti, chat, musica e motorino per
confrontarsi coraggiosamente con la terribile leucemia che, inesorabile, uccide
Beatrice, il suo unico grande amore.
Tuttavia, sarà proprio dalla sofferenza di Beatrice a sgorgare, attraverso le
parole ricche di fede e intensamente commoventi vergate dalla ragazza su un
diario, la nuova felicità di Leo, capace di comprendere che il vero e atroce segreto
della vita è quello di amarla sempre e comunque, nonostante qualsiasi
avversità.
Bianca come il latte rossa come il sangue è il romanzo della felicità
ritrovata, resa ancora più gustosa dal fatto di essere frutto di un lento
distillato di esperienze banali o dolorose, necessarie per far comprendere
appieno e in maniera duratura l’immenso valore di chi ci sta accanto
ricolmandoci di attenzioni e condividendo, con devozione e amore, tanto i
momenti fausti quanto quelli infausti.
In ultima analisi, quello di D’Avenia è un romanzo magistrale, fondamentale per
capire come l’unico elisir di lunga vita sia il binomio amore/sogno, termini
interscambiabili e, senza alcun dubbio, equivalenti.
«Strappare la bellezza ovunque essa sia e regalarla a chi mi sta accanto. Per
questo sono al mondo» (Alessandro D’Avenia).
(Pubblicato su lavocedelsavuto.it, Registrazione
Tribunale di Cosenza N. 683 del 23/10/2002)
(Pubblicato su dirittodicronaca.it, Registrazione
Tribunale di Castrovillari (Cs) N. 4/09 del 02/11/2009)
Nessun commento:
Posta un commento