di
Mario Gaudio
Anni
addietro, lessi L’insostenibile leggerezza dell’essere di Milan
Kundera con una sorta di inquietudine poiché mi si presentava dinanzi uno
scritto di una certa difficoltà che necessitava di una particolare
interpretazione e di un non indifferente sforzo intellettuale. Rimase tuttavia
scolpita nella mia mente una frase che, per quei misteriosi e inspiegabili
processi psichici che ci caratterizzano, è riemersa alla memoria leggendo Archanes
e altri racconti di Valerio Massimo Manfredi.
Kundera scriveva: «Se ogni secondo della nostra vita si ripete un numero
infinito di volte, siamo inchiodati all’eternità come Gesù Cristo alla croce».
Certo, un’affermazione del genere non può che suscitare terrore: è allucinante
pensare di rivivere in eterno i momenti dolorosi o quelli tediosi della nostra
esistenza senza poter nutrire la speranza di essere liberati e, di conseguenza,
rimanere incatenati come Prometeo in attesa di essere dilaniati dall’aquila dei
nostri cattivi ricordi. Tuttavia, come ogni cosa sotto il cielo, anche questo
eterno ritorno presenterebbe i suoi aspetti positivi: potremmo godere
perpetuamente dei nostri affetti, degli amori e delle emozioni più sublimi.
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Lo scrittore Valerio Massimo Manfredi |
Ebbene, se
mi si presentasse ipoteticamente una situazione del genere sarei estremamente
soddisfatto di poter leggere e rileggere alcuni libri che mi hanno
profondamente emozionato. Tra questi, sicuramente inserirei gli scritti di
Valerio Massimo Manfredi, con particolare riguardo verso Archanes e altri
racconti.
Sotto questo titolo il versatile Manfredi raccoglie cinque magnifici racconti
che costituiscono un cimento letterario di notevole livello. Stilisticamente
siamo di fronte ad una scrittura agile e colta, ricca di riferimenti storici e
archeologici (non dimentichiamo infatti che Manfredi è un archeologo e
accademico specialista in topografia antica). Contenutisticamente questa
raccolta di narrazioni spazia dal traffico di reperti archeologici in Iraq
durante le guerre del Golfo (Archanes) ad un gradevole racconto ambientato
nell’Italia longobarda (Limes), dal thriller industriale di Midget war all’allucinante
spy story di Millennium Arena passando per il racconto di una
brillante e rischiosa indagine condotta dal colonnello dei Carabinieri Reggiani
(Gli Dei dell’Impero).
Molto interessanti sono le descrizioni paesaggistiche che Manfredi costruisce
alla maniera degli scrupolosi pittori ottocenteschi: ne è un lampante esempio
il viaggio che Eutichio, protagonista del racconto Limes, compie in una
Roma ormai decadente e imbarbarita. Il vecchio aristocratico non può far altro
che constatare l’irreparabile caduta dinanzi ad un luogo strategico e simbolico
che Manfredi ci presenta in questi termini: «Il porto di Ostia era quasi
completamente interrato e qua e là dal fondo spuntavano relitti di grandi navi
che avevano un giorno lontano solcato i mari, ma un pezzo di molo era ancora
attivo e ci attraccavano barche provenienti da Napoli o da Pozzuoli per
scaricare pesce e altre derrate alimentari. I resti del faro di Claudio si
potevano ancora vedere e così pure il porto esagonale di Traiano, pieno di
acqua verde. Appena Eutichio si avvicinò alla riva, vide la superficie
pullulare di schiene scagliose. Qualcuno aveva ricavato un allevamento di
branzini nel porto del più potente degli imperatori romani».
Insomma, Archanes e altri racconti è un libro semplice, ma in grado
di trasmettere quella passione capace di dare un tocco di colore alle nostre
indaffarate e grigie giornate invernali.
(Pubblicato su dirittodicronaca.it, Registrazione
Tribunale di Castrovillari (Cs) N. 4/09 del 02/11/2009)
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